Forum HR People & Culture | 19 e 20 novembre

“Co-intelligenza e People Transformation”, questo il tema della nuova edizione del Forum HR alla IULM di Milano.

Una realtà attiva da 20 anni in Italia e organizzata da COMUNICAZIONE ITALIANA, torna con una nuova edizione dal 19 al 20 novembre. Ci saremo anche noi!

Una due giorni a fuoco su Knowledge Networking for Business e Knowledge Networking for Advocacy. Due anime che si incontrano nello Studio “phygital” Community House, per raccontarsi e condividere esperienza, tra talk ed eventi a tema con ospiti del settore.

Vicino al nostro desk, nuovi compagni di viaggio e partner di idee e relazioni: il team Automation di LDP con il loro ultimo prodotto: la dashboard HR Performer.

Vi aspettiamo!

Ottobre | La contrattazione aziendale di secondo livello.

Flessibilità su misura per la tua impresa.

    

La contrattazione di secondo livello è uno strumento che consente alle aziende di adattare le condizioni di lavoro alle proprie specifiche esigenze, integrando o derogando, entro certi limiti, quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL). Questo tipo di contrattazione può avvenire a livello aziendale o territoriale e offre vantaggi sia per l’impresa che per i lavoratori.

Cosa può regolare un accordo di secondo livello?

   

Gli accordi di secondo livello possono intervenire su diverse materie, tra cui:

  • Orario di lavoro: definizione di turni flessibili o orari personalizzati per esigenze produttive.
  • Premi di risultato: introdurre bonus detassati legati a obiettivi di produttività o qualità
  • In condizione di normale attività aziendale integrando il CCNL di riferimento per adattarsi il più possibile alle esigenze di un’azienda o di più aziende di una determinata area territoriale da un lato e dei lavoratori dall’altro.
  • In momenti di crisi aziendali consentendo al datore di lavoro di gestire in maniera non traumatica il personale in eccesso.
  • Per il perseguimento di finalità temporanee derogando la legge e il CCNL di riferimento.

Questi accordi permettono di “cucire su misura” le condizioni di lavoro, migliorando la competitività dell’azienda e il benessere dei dipendenti .

   

Falsi miti da sfatare

  • “Solo le grandi aziende possono stipulare accordi di secondo livello”: Falso. Anche le piccole e medie imprese possono avvalersi di questa possibilità, adattandola alle proprie dimensioni.
  • “È un processo troppo complesso”: Falso. Con il supporto di un consulente del lavoro o di un esperto in relazioni industriali, è possibile gestire efficacemente la contrattazione.
  • “Non offre vantaggi concreti”: Falso. Gli accordi possono prevedere benefici fiscali, come la detassazione dei premi di produttività, e migliorare il clima aziendale.

Consigli pratici per l’implementazione

  • Analizzare le esigenze aziendali: identificare le aree in cui un accordo potrebbe portare benefici.
  • Coinvolgere le rappresentanze sindacali: avviare un dialogo costruttivo per definire gli obiettivi comuni.
  • Redigere un accordo chiaro e dettagliato: specificare le condizioni, la durata e le modalità di verifica dei risultati.
  • Monitorare l’efficacia dell’accordo: valutare periodicamente l’impatto delle misure adottate e apportare eventuali correzioni.

Attrarre e trattenere risorse

Come attrarre, trattenere e proteggere gli investimenti sulle risorse nella tua azienda?

 

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, le aziende non solo devono attrarre i migliori talenti, lavorare per farli restare, ma anche proteggere l’investimento fatto su di essi — in termini di formazione, know‑how, tempo, relazioni con clienti — assicurandosi che questo non vada perso facilmente quando il dipendente lascia.

 

Strategie per attrarre i talenti 1.2

 

  1. Employer Branding autentico: mostra cosa fai realmente, non solo cosa scrivi nei materiali di comunicazione. I candidati oggi valutano ambiente, cultura, testimonianze. Sottolinea come investi sullo sviluppo delle persone: serve a distinguerti e ad attrarre chi è sensibile a questi aspetti.
  2. Offerta di valore competitiva: non solo stipendio: formazione, benefit, smart working, orari flessibili, welfare. Considera incentivi che premiano la permanenza a medio termine: corsi interni, assegni per la crescita, riconoscimenti.
  3. Canali di reclutamento innovativi: usa referral, social recruiting, partnership con scuole/università. Comunicazione trasparente su cosa offri: “Investiamo su di te”, “Questo percorso porta a…”.

Strategie per trattenere i talenti 2.2

 

  1. Piani di sviluppo professionale strutturati: formazione continua, mentoring, avanzamenti reali. Portare il dipendente a responsabilità crescenti, dimostrando che l’azienda valuta e sfrutta il suo potenziale.
  2. Cultura aziendale inclusiva e valorizzante: riconoscere e valorizzare le persone: il senso di appartenenza riduce il rischio che chi ha investito molto lasci. Garantire che il lavoro che il dipendente svolge permetta di applicare quanto appreso, non che resti sempre sottoutilizzato.
  3. Welfare aziendale e benessere: supporto alla vita personale: flessibilità, benefit per la famiglia, assistenza sanitaria per migliore soddisfazione e ridurre il turnover

Proteggere l’investimento | Tutela del know how

 

Quando l’azienda investe in formazione specifica, considerare mezzi contrattuali per proteggersi: ad esempio patti di stabilità o accordi di non concorrenza, nei limiti consentiti dalla legge.

Ecco la parte riveduta che include un riferimento al patto di stabilità e alla non concorrenza, ma mettiamo l’accento su più leve, non solo quelle contrattuali:

 

Falsi miti da sfatare

 

  • “Investire nella formazione significa che il dipendente resterà sicuramente” Falso. Anche se l’azienda spende risorse (tempo, denaro, formazione), senza politiche di fidelizzazione, riconoscimento e opportunità di crescita, il rischio è elevato che la persona lasci, portando con sé conoscenze e relazioni acquisite.
  • “Misure di benessere aziendale o welfare sono un lusso, non strumenti strategici” Falso. Welfare, flessibilità, work‑life balance, supporti pratici per la vita privata aumentano la soddisfazione, riducono il turnover e proteggono l’investimento fatto in persone.
  • “I vincoli contrattuali come il patto di stabilità o il patto di non concorrenza sono l’unica via per proteggere l’azienda” Falso. Sono utili, ma funzionano meglio se integrati con altri strumenti: cultura aziendale, percorsi di carriera, riconoscimento, opportunità concrete. Il vincolo da solo, se troppo rigido o mal comunicato, può generare resistenza o controversie.
  • “Se il vincolo costa troppo, non serve” Falso. Il costo (retribuzione, benefit, compenso, premio) va confrontato con ciò che rischi senza vincolo: perdita di know‑how, clienti, competenza interna. Spesso la spesa è giustificata dal beneficio che ne consegue.

Consigli pratici per le aziende

 

Ecco alcune leve concrete per trattenere talenti e proteggere l’investimento fatto su di loro:

  1. Formazione integrata e applicabile: assicurati che la formazione sia collegata ai compiti e progetti reali. Documenta investimenti (ore, costi, risultati) per poter misurare il ritorno.
  2. Percorsi di crescita ben definiti: comunica chiaramente le opportunità future, le promozioni possibili. Offri ruoli con responsabilità crescenti per chi dimostra impegno.
  3. Welfare, benessere e cultura aziendale: benefit utili: salute, flessibilità, conciliazione vita-lavoro. Un ambiente che riconosce, ascolta e valorizza è spesso più efficace di molti vincoli legali.
  4. Vincoli contrattuali ben calibrati Patto di stabilità: accorda un periodo minimo di permanenza nel rapporto di lavoro, spesso usato in caso di formazione specialistica. Deve essere scritto, prevedere controprestazioni o corrispettivi se il solo lavoratore gode del vincolo.
  5. Patto di non concorrenza: consente di proteggere know-how e clientela dopo la cessazione del rapporto. Richiede forma scritta, limiti di oggetto, luogo e tempo, e un corrispettivo (art. 2125 c.c.).
  6. Comunicazione trasparente fin dall’inizio: spiega al candidato le condizioni, i vincoli eventuali, cosa significa formazione aziendale, quali strumenti usi per la retention. Evita sorprese dopo: maggiore fiducia, meno resistenze.
  7. Misurazione e monitoraggio KPI utili: turnover post‑formazione, durata media dopo corsi formativi, grado di utilizzazione delle competenze acquisite. Usa i dati per capire cosa funziona, cosa va migliorato, dove l’azienda rischia di perdere l’investimento.

Collaboratori

Antonio Costa:

Laureato presso l’Università di Bologna nel 2009.
È iscritto all’Ordine degli Avvocati di Bologna dal 2013.
Si occupa prevalentemente di Diritto Commerciale, Diritto Industriale e Diritto
Penale.
È membro del reparto contenzioso civile.

Mail: a.costa@studiolegaleintegrato.com

 

Pierfranceso Accardo:

Laureato presso l’Università Federico II di Napoli nel 2015, nel 2018 ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense e successivamente si è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Napoli. Si occupa prevalentemente di recupero crediti e di diritto societario; è specializzato nella gestione di portafogli di crediti UTP ed NPL. È il responsabile della sede di Napoli di Studio Legale Integrato.
Mail: p.accardo@studiolegaleintegrato.com

OF COUNSEL

Partner

Valentina Pepe
Laureata presso Università di Bologna nel 2020.È iscritta all’ordine degli avvocati di Bologna dal 2024.
Referente junior del settore corporate e M&A, si occupa di diritto commerciale, diritto
societario e contrattualistica.
È partner di Studio legale integrato sta S.r.l. sin dalla sua costituzione
Si occupa prevalentemente di Diritto Societario e Commerciale.

Mail: v.pepe@studiolegaleintegrato.com

Associati

Studio Legale Integrato si connota per la partecipazione di un comparto di soci denominati “associati”, che operano nel mondo della consulenza manageriale per le imprese. Questo connubio di professionalità e professionisti permette allo Studio di essere costantemente al passo con le maggiori esigenze che vengono rilevate direttamente dal mondo imprenditoriale e manageriale, nel quale operano gli associati, al fine di fornire assistenza adeguata alla necessità delle imprese.

I nostri associati sono sparsi su tutto il territorio nazionale e gestiscono oltre 2.000 imprese, aiutandole a sviluppare i propri progetti di crescita attraverso la crescita delle persone che compongono l’impresa. 

Tutti i componenti dello Studio si formano con le stesse metodologie che vengono affrontate e studiate dagli imprenditori e dai manager delle aziende. Questo permette di avere una visione unificata d’insieme tra tutti i soggetti coinvolti.